Ci sono uomini che se gli chiedi che ne pensano di quello o di quell’altro è come se li mettessi sotto torchio. Si sentono sotto interrogatorio. Cominciano a sudare freddo, si toccano la faccia, mordicchiano le dita, rannicchiano le gambe. Tutto del loro corpo dice che stanno chiudendo la comunicazione e che soffrono come bestie.
La prima domanda che decisi di fare in tempi non sospetti fu a proposito dell’uso che intendevano fare del pene. Qual era la differenza di destinazione d’uso tra un pene grande e un pene piccolo?
Un pene grande veniva sempre descritto come se avesse proprietà terapeutiche, un affare taumaturgico che viveva di vita propria e bastava toccarlo per fare avverare desideri e richieste. La notte del 10 agosto non era necessario concentrarsi sulla caduta delle stelle per esprimere utopie. Bastava aspettare la caduta dei peni vaganti. Ecco perché si fa coincidere quella notte con i falò in spiaggia a base di incontri sesso-centrici in attesa del sorgere dell’alba.