Skip to content


Di una Teresa qualunque (fra natura e cultura)

Prendi Teresa, la chiamerò così, che ho visto nascere e crescere in una famiglia che l’ha svezzata, coccolata, poi l’ha iscritta dalle suore e poi le ha preparato il corredo e lei tutta felice cresceva aspettando solo quel momento, il matrimonio, la maternità. E’ un caso, se vogliamo considerarla un’eccezione, ma questo le è successo.

Crescendo si allontana tanto dagli insegnamenti delle suore. Non si sente in colpa se si tocca, se fa sesso, se la dà la prima sera o al massimo alla seconda, se cambia piani e studia, non perché fosse necessario per il suo futuro ma perché s’è diplomata la cugina e ha la laurea pure la figlia di quella poveraccia della vicina e vuoi che mia figlia vada a nozze senza una bella laurea in tasca? E studiando e ri-studiando Teresa si accorge che il mondo è bello perché è vario ed è per questo che qualcuno dice che le donne non dovrebbero studiare, che mandarle all’università è come mandarle alla perdizione, perché “lì fanno le puttane e in paese sono sante” e lo so che a Bolzano questa storia non è più credibile, ma dalle mie parti, e forse anche altrove, ma non ci giurerei, questa è ancora vera attualità.

Continued…

Posted in Racconti 2012, Storie precarie.

Tagged with , , , , .


L’orco

La prima cosa che ricordo di mio padre è uno schiaffo, il fragore di tanti oggetti rotti, la mutilazione dei miei bisogni, quelli di una adolescente. In ombra c’era quella donna, posa disposta al pianto, sospiri e sacrifici, impotenza e quella attitudine a saldare con le toppe ferite e falle di quella famiglia.

La seconda cosa che ricordo è quella sorta di deresponsabilizzazione, ché è lui il cattivo e dunque noi facciamo clan, tutti attorno a questa donna che rivive la propria adolescenza gestendo giochi con i figli, perché è più bello star dalla parte della ragione, senza assunzione di responsabilità.

Continued…

Posted in Racconti 2012, Storie violente.

Tagged with , , , , .