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Beddamatri (beautiful mother)!

C’era un ragazzo, oggi, sul treno. Aveva orecchie grandi, un grosso naso, sovrappeso, grassocce mani, palmi in su, che ricadevano sulle gambe, una donna sulla sessantina o forse meno, panciuta, meridionale, di quelle che “di mamma ce n’è una sola” (e menomale, perché ad avercene più d’una…), fuori dal finestrino, sguardo fisso su di lui, tentando di attirarne l’attenzione.

E’ premurosa, dico, è oppressiva, traduco, e lo decido quando vedo quel ragazzo che sfugge l’occhio materno, lo incontra giusto un attimo per fare un cenno con la mano, era un ciao ma sembrava un vaffanculo e poi il treno muove i primi giri di ruota, la donna sparisce all’orizzonte, così il suo occhio preoccupato, e lui assume una espressione nuova, più rilassata, direi sollevata, e le sue mani prendono una piega differente, le gambe si accavallano, resta ancora a bocca aperta, guardando un po’ allupato una giovane coppia che si scambia confidenze.

Continued…

Posted in Racconti 2012, Racconti palermitani.

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E se mi piacciono le cattive compagnie

Da che mondo è mondo a me sono sempre piaciute le cattive compagnie. “Ti portano sulla brutta strada” diceva mio padre. E io quella strada, che poi in realtà mi sembrava bella, la percorrevo. Mi inerpicai alle volte nei vicoli della purezza ma dopo un po’ inevitabilmente scivolavo, mi perprimevo, perché tutto ‘sto bene, diciamolo, un po’ annoia.

Il bene dell’Italia fascista e nazional/popolare che vede il male da una parte sola invece che redistribuito orizzontalmente. Perciò sappiatelo, sempre, che io frequento brutta gente e che da quella brutta gente imparo tanto. Innanzitutto l’umiltà che non è una cosa da buttare via oggigiorno. Perché la supponenza di chi pensa di essere innocente e sant@ e migliore è vomitevole, arrogante, presuntuosa. Moralmente superiore rispetto al mondo intero inclusa me che me ne sto a guardare il mondo in orizzontale perché in verticale o si risente delle vertigini e si comincia a sparare una serie incredibile di cazzate o prima o poi si scivola. Le gerarchie sono così. Se tu pretendi di stare sulla mia testa mi condanni a restare bassa e se io devo scegliere io sto bassa sempre e ti rosico i piedi fino a quando tu non cadi, ti inginocchi, e poi capitoli.

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Posted in Antiautoritarismo, Antifascismo, Manifesti politici.

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