I napoletani piangono fame e miseria ma sul tetto hanno tutti le antenne satellitari. Al pane possono rinunciare. Alla partita del Napoli su sky tv no. Maria Cristina (non è il suo vero nome) è una che non si mette scuorno. Mi racconta la sua città con sarcasmo, con ironia. Usa le parole di una che è sopravvissuta a qualcosa. Mi ha riconosciuto ad una bancarella in via san gregorio armeno, mentre spiavo le novità negli scaffali degli artigiani dei presepi a forma di totò e peppino. Non la vedevo da tantissimo tempo. Forse dall’ultima volta che ho messo piede in questa città tanto simile a palermo eppure così diversa. Di questa città odio i bambini, soprattutto. Screanzati che ti colpiscono per sfregio mentre corrono su un motorino. Senza un motivo. Giusto per imporre con arroganza il loro marchio di camorristi in erba che se gli dici qualcosa ti urlano “puttana” e se provi a fermarli tirano fuori i coltelli e ti portano via la borsa.
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