Dicesi trombatrice precaria colei alla quale non viene garantito il “minimo sindacale” in materia sessuale. Ovvero dicesi di una donna che “licca la sarda” o è spesso a “pane e alive” in quanto il contratto matrimoniale si è rescisso, per giunta unilateralmente. La trombatrice precaria vaga tra passato, presente e futuro e fa il bilancio delle sue relazioni dividendole in valorizzabili, da scartare perchè ce l’hanno piccolo o troppo a fungo, o non funzionante. E non prendiamoci in giro perchè queste cose ci interessano e sono tutt’altro che aspetti secondari.
La trombatrice precaria può trovarsi in quella strana circostanza nella quale i propri figlioli, entrambi minorenni, un bel di’ si arricampano in cucina interrompendo una chiacchierata con amiche all’ora del the’, brandendo un dildo in plastica siliconata e chiedendo con aria innocente “mamma, cos’e’ questo?”. La suddetta non proferisce verbo, sconvolta ripone l’attrezzo senza riuscire a dare spiegazione alcuna.
Facciamo un passo indietro. Fondamentale raccontare le storie che motivano la suddivisione delle relazioni della trombatrice precaria.
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