Tutto era pronto. L’ape regina l’aveva preordinato. Ognuna al suo posto. Lei dietro le quinte a godersi lo spettacolo. Della regina non aveva l’aspetto. Anzi sembrava abbastanza dimessa. Un fisico poco attraente, un fare esagitato, inquietante, fin troppo entusiasta.
La bocca era uno squarcio sul viso. Lei si nutriva di miserie e d’odio e li regalava anche. Il tono era sommesso, fatto di bisbigli declinati in rima con il proprio ego.
Le spie erano piazzate. Una in ogni luogo e poi insieme a riferire i dettagli. I gesti erano ipocriti, persino le domande erano ambigue. Tutte al suo servizio. La regina restava protetta, barricata.