Il post racconto su mia madre ha fornito uno spunto per una discussione molto interessante.
Donne che hanno dichiarato la necessità dello stiramento di mutanda e uomini che sono ordinati fino all’inverosimile e che alle mutande fanno anche la piega. Per dire che lo stiramento della mutanda non ha genere. Tema di grande spessore senza dubbio.
Di contro io, essendo cresciuta in una dimensione siculo/tradizionale, posso convintamente affermare, con tutto il bene che voglio a mia madre, che lo stiramento della mutanda non fa proprio per me.
Dunque, e tradendo l’addestramento militare al quale sono stata sottoposta, posso concludere che stiratori e stiratrici di mutande si diventa e non si nasce, ecco. (simone de beauvoir si rivolterà nella tomba, lo so. 😀)
Considerate questo, ufficialmente, il mio manifesto politico. Posso arricchirlo con ulteriori specificazioni ma considerate che al momento sono in modalità sbracata e scosciatissima pulla/on, nel senso che sono aperta ad ogni cosa e persona che mi dà piacere, e che questo manifesto potrebbe diventare tutto e il contrario di tutto.
Siamo serie: stirare una mutanda è un fatto di autodeterminazione. Convenite con me su questo, giusto? 😛
Ps: i venditori e le venditrici di ferri da stiro non si sentano minacciati da questa posizione. Grazie!
Come sempre, grande stima.
Ma prego, Rita, Metaforeggia pure quanto vuoi. Se poi metaforeggi sulla mutanda sono qui a porte apertissime. Sfondate proprio. 😀
io comunque credo che non ringrazierò mai abbastanza mia mamma che la prima volta che mi misi a stirare da ragazzina vedendomi posare il ferro da stiro sul primo “pezzo” che tirai su dalla cesta (casualmente una mutanda) mi apostrofò con un “ma sei pazza? stiri le mutande? se proprio vuoi piegale e appoggiaci un attimo il ferro sopra, ma mica vuoi perdere tempo a stirare le mutande?” che suonava tanto come il classico “raddrizzare le banane”. Questo mi ha portato anche a farmi un serie di domande di default del tipo “mi piace? se sì lo faccio anche se lo considero inutile, se no mi pongo un’altra domanda: è davvero utile a qualcuno? se sì lo faccio se quel qualcuno mi sta simpatico oppure se mi paga sennò no.
Per cui non sono molto convinta del fatto che stiratrici di mutande si diventa e non si nasce. Immagino che ci sia gente che si diverta e provi piacere nello stirare le mutande e nel raddrizzare le banane, (della prima cosa ne ho conferma) l’importante è capire la propria vocazione. E rendersi conto che la stiratura della mutanda è un bene (anzi un servizio) appartenente alla categoria “superfluo”. Scusa l’invasione leggermente nonsense e magari fuori tema. Mi esercito a metaforeggiare ultimamente 😀