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Identikit di un cyberstalker: il codice di tortura del molestatore aggressivo

Questo è uno della serie di post che FaS ha composto su questa materia. Li ripubblico per conservarne memoria. Non necessariamente quanto scritto riflette la mia opinione.

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Il cyberstalker usa con voi lo stesso probabile metodo denigratorio che usa con una donna che proprio non se lo fila per niente. Lo stesso linguaggio, le stesse offese, gli stessi insulti. Immaginate un uomo triste e patetico che perseguita una donna che non vuole avere a che fare con lui. Immaginate i suoi violenti tentativi di stabilire un contatto, i suoi modi di infastidirvi, raggiungervi e infine la sua reazione violentissima quando si sente rifiutato.

Ricordate innanzitutto che voi non siete responsabili di tutto questo. Voi non avete nessuna colpa. E’ tutto nella sua testa. Voi non l’avete mai incoraggiato neanche se per errore e per gentilezza una sola volta lo avete salutato per educazione avendolo scambiato per un normale essere umano invece che per l’animale egoista, egocentrico, morboso, vomitevole, patologico che è.

Ricordate di dare ascolto alla sensazione di disagio che vi dice che state subendo una violenza. Non trascuratevi, vogliatevi bene, siate sicure delle vostre sensazioni.

Il suo abc insultante destinato a riscattare il suo ego mentre egli insiste nell’insidiarvi è diffamatorio e altamente lesivo della vostra immagine.

La schizofrenia di questo personaggio è tale che dopo avervi molestato per mesi la sua sequenza offensiva potrebbe diventare il disprezzo, quello destinato alla ex fidanzata, quando le dice che “senza di me non sei niente” “non ci sarà un cane che ti vorrà” e il tutto trasposto in termini virtuali diventa “ma tanto il tuo sito non lo visita nessuno”(anche se ricevi centinaia, migliaia di visite un po’ da ogni parte del mondo), “sei pazza” (il chè costituisce una diffamazione giacchè tu non lo sei) e giù così.

E’ il tipico atteggiamento del ragno che tesse la tela per imbrigliare la vittima e poi mangiarti. L’atteggiamento che tenta di incrinare la sicurezza dell’oggetto della violenza per poi sperare di trovare una breccia immaginando che a quel punto la persona molestata non vorrà altro che “accontentarsi” della melma, del fango che quel molestatore rappresenta.

Nei libretti della tortura utilizzati dai militari questo metodo serve a fiaccare l’orgoglio del prigioniero. Umiliarlo, assediarlo, disprezzarlo, esporlo al pubblico ludibrio, farlo umiliare e insultare dal branco, maltrattarlo, picchiarlo, violentarlo, e poi presentarsi con un bicchiere di fango immaginando che il prigioniero non potrà fare altro che apprezzarlo in assenza di alternative.

La prima cosa che fa un cyberstalker è tentare di rompere la rete sociale dalla quale siete circondate. Tenterà di mettervi in cattiva luce, di isolarvi e farvi il vuoto attorno. Lo scopo è sempre quello di distruggervi ed avervi in suo potere.

Voi resisterete all’assedio con la forza delle vostre idee, la sicurezza della vostra rete sociale, la solidarietà che ricaverete dopo aver denunciato quello che subite, la vostra grande disponibilità di risorse intellettive mai paragonabili alla bassezza di contenuti e al vuoto cerebrale di un cyberstalker, e soprattutto il fatto che la sua ossessione finirà per isolare lui e non voi. Fare di voi una martire non gli gioverà. Le stesse persone che lo circondano alla fine lo vedranno per il soggetto patetico che è, privo di spessore e totalmente fermo e ossessionato dall’idea di molestarvi.

Il consiglio fondamentale dunque in questi casi è: copiate, fate screenshots, documentate il materiale per la denuncia ma in generale fregatevene. Si tratta sempre di un modo violento e insidioso per tentare di trovare un contatto con voi. Un contatto che voi non volete e che lui invece insiste a perseguire in ogni modo possibile.

Voi avete una vita diversa, piena, fatta di altre cose, avete interessi, affetti, continuate a fare ciascuna delle cose che avevate in programma di portare a termine, siate perfettamente consapevoli del vostro valore e qualunque cosa vi dirà il vostro molestatore non deve mai influenzare la vostra vita. Nel caso in cui il cyberstalker minerà la vostra sicurezza maggiore sarà il danno che produrrà e che potrete farvi certificare ai fini della denuncia.

Fondamentale comunque ricordarvi che non dovete mai intimamente prendere in considerazione nessuno degli insulti e delle diffamazioni a voi destinati perché siete su un piano totalmente diverso.

L’unica aspirazione del fango è quella di sporcare l’acqua cristallina di un fiume che scorre portando vita dentro di se’. Una goccia di fango non può toccarvi o sporcarvi mai perché il vostro fiume la spazzerà via. Lui rimarrà fango, stagnante, finito, sporco, un parassita senza nessun possibilità di fluire se non rubando i flussi vitali e creativi altrui. Fango che per di più si beccherà anche una denuncia.

Ecco quello che potete fare per difendervi:

– fare attenzione alla vostra privacy (non distribuite vostre foto come caramelle, non divulgate dati sensibili, siate prudenti per la vostra sicurezza, anche se un cyberstalker che è anche un tecnico sa come ottenere illegalmente informazioni riservate);

– denunciare pubblicamente quello che vi sta succedendo. Il silenzio è il miglior complice del vostro persecutore;

– copiare, fare screenshot di tutto quello che dice di voi e raccoglierlo in ordine progressivo;

– tenere un diario in cui registrate data, ora, luogo virtuale, e la descrizione delle molestie;

– certificare il danno biologico che vi ha provocato;

– non rinunciare ad andarverne da quella che ritenete casa vostra (in questo caso quella virtuale) perché lui l’ha invasa con la sua presenza. È lui che deve andarsene perché no vuol dire no e se resta in un luogo in cui non è gradito è stalking;

– prendere tutto il materiale che avete, trovare un buon avvocato, presentare una denuncia.

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Posted in Cyberstalking, Ricerche 2010.