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Peni 2.0

Abbordaggio classico su una pubblica chat – una tra le più popolari – da parte di un maschio predisposto al sesso autoctono:

1° conversazione:

– Hai la webcam?

– Si.

– Vuoi vedere il mio cazzo?

– No, grazie, troppo gentile ma ho già cenato.

– Mi fai vedere qualcosa?

– Giusto un dito, quello medio.

– Troia.

– Si hai ragione, che posso farci. Mi viene naturale.

2° conversazione:

– Hai la webcam?

– Si ma non voglio vedere il tuo cazzo e non ti faccio vedere niente.

– Troia

– Senz’altro.

3° conversazione:

Alla connessione parte automaticamente la sua web cam. Un primo piano di un coso peloso rende la questione chiarissima.

– Hai la webcam?

– Si

– Ricambi la cortesia e mi fai vedere qualcosa?

– Mi sento la collezionista di cazzi virtuali…

– Allora?

– Non vorrei essere scortese ma sto facendo un sondaggio online.

– Che sondaggio?

– Volevo constatare se avete qualcosa di diverso da farci vedere a parte il cazzo…

– Cioè?

– Appunto…

– Troia

– Appunto…

Racconto tutto ad un amico e quello mi dice “chissà che nick avevi tu…” che nella realtà diventa “e se tu vai in giro in minigonna…“. Comunque il mio era un nick normale, un nome di persona, tranquillo, con un profilo di una persona normale, senza ambiguità, un avatar che sembrava quello di una suora. Peggio di un burqa.

E in definitiva, dopotutto, resta sempre e comunque colpa nostra, no? Chi te lo fa fare di andare in chat, da sola, alle 23.11 della sera quando è tutto un pullulare di omini sudaticci e stronzi che cercano di farsi la seghetta della buonanotte?

Leggi anche:

Certi uomini ritengono che le donne nel web siano tutte puttane

Posted in Racconti 2010, Satira, Sesso racconti.


One Response

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  1. Peni 2.0 « Al di là del Buco linked to this post on 2013/01/04

    […] del 2010, scritta da una mia amica e che riporto qui perché mi viene in mente che di relazioni in cam […]