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La badante alla quale proibivano di suonare la chitarra

Ilenia è straniera e fa la badante. Ha un nome complicato e si è ribattezzata con quello che per lei ha il suono più gradevole.

Da quando sono tornata dice che finalmente ha qualcuno con cui parlare. Perché si sente sola e il paese non offre granchè.

Condividiamo lo stesso ruolo, lei per lavoro e io per legame affettivo. Mi dice che ha lasciato la piccola figlia in casa con sua madre e piange perché si sente senza identità. Mi racconta dei suoi studi. Nella nazione dalla quale proviene si occupava di economia e aveva la passione per la chitarra classica.

Qui non può suonare perché da fastidio ai vicini che di chitarre non ne hanno sentite mai, neanche alla parrocchia del paese.

Continued…

Posted in Racconti 2010, Storie precarie.

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Lei, che ascolta la vita

Carmen ha le palpebre che la proteggono dal mondo. Abbassa le tende sugli occhi e la trovi seduta davanti alla porta a registrare ogni rumore.

Lei dice che la vita non si vede. La vita si ascolta e si sente con il cuore. Perché è fatta di rumori e sensazioni. I colori sono solo un abbellimento. Perfino i gesti possono tradire. Ma il tono di una voce, quella no che non tradisce.

Mi sono chiesta cosa avrebbero fatto tutti i paranoici lombrosiani se avessero avuto di fronte questa donna minuta, con un nome che il padre le ha dato per amore dell’opera, la sua espressione piena di segreti, e le palpebre calate sul mondo.

La vita si sente perché anche quando la vuoi vedere, quella si nasconde.

Continued…

Posted in Racconti 2010, Racconti palermitani.