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La trombatrice precaria si è data alla pedofilia

Noi ci prendiamomolto poco sul serio e dunque speriamo non vi sentirete turbat* se di tanto in tanto provvediamo a sdrammatizzare l’arietta da ddu ovaie che si crea attorno alle questioni “femminili”. Nonostante tutte noi – che scriviamo e collaboriamo a questo blog – siamo siciliane d.o.c. a nessuna piace stare in lutto. Il nero ci dona ma solo in occasioni particolari. Politicamente scorrette insistiamo nell’indagine dai toni leggeri della sessualità maschile. La trombatrice precaria è un personaggio partorito dalla fervida immaginazione di una eterna, meravigliosa amica che è oramai diventata la quarta fikasicula del gruppo che anima questo spazio.

Possiamo dire che si tratta di un “caso umano” divenuto “letterario”. La creatrice del soggetto sta lavorando ad una monografia della Trombatrice Precaria che conterrà: la fenomenologia della TP (come ella si manifesta); l’ontologia della TP (lo studio della sua essenza, come ella è); la deontologia della TP (come ella dovrebbe essere ovvero le regole di una perfetta TP).

Vi diamo qualche anticipazione riassuntiva sulla attività di Nostra Signora Della Tromba e poi vi lasciamo alla sua ultima avventura.

Come potrete leggere la TP si è data alla pedofilia. I partner hanno un’età compresa tra i 28 e i 35 anni. Nell’ordine: un 29enne piuttosto poco comunicativo che ha preteso la depilazione integrale e che non si è più fatto sentire, salvo lamentarsi dopo che era sparita lei; un 28enne del quale si parla più approfonditamente sotto. C’e’ poi un 38enne, fidanzato, che la vorrebbe vedere in costume e tacchi a spillo (sic!), infine altri corteggiatori senza speranze. La TP ha un mare di numeri di telefono ed è un po’ confusa, riflette però sul fatto che non c’e’ molta trippa per gatti perchè ella non ha granchè tempo. Comincia a diventare quasi faticoso fare i tripli turni, colazione, pranzo e cena. Come se la caverà in futuro la nostra fantastica eroina? Il resto nelle prossime puntate. Buona lettura!

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La trombatrice precaria si è data alla pedofilia.
Non quella pura e giustamente deprecata, si tratta pur sempre solo ed esclusivamente di maggiorenni. Ma la fascia di età presa in considerazione per la trombata precaria si è abbassata vertiginosamente. Se fino a qualche tempo fa non si accettavano candidature di giovanotti al di sotto dei 35 anni, attualmente il partner più vecchio ha 30 anni. Una differenza media di 12 -15 anni con la t.p.

Fabio ha 28 anni, due occhioni verde-azzurro splendenti, un sorriso ammaliante, un corpo da favola. Muscoloso, atletico, due cosce come due colonne. Ma quello che rende Fabio speciale è che fa sangue, attizza, incendia, devasta e distrugge con uno sguardo. È libidine pura. La trombatrice precaria è in visibilio. Lo vuole, punto e basta.

Appuntamento esplorativo. Ore 22,30, centro città. Una birra, due chiacchiere e poi una passeggiata in macchina. Mentre la t.p. guida l’auto nel pieno della movida del sabato sera, lui non smette di sbirciarle la scollatura, le gambe, e ovunque il suo sguardo possa intrufolarsi. Più che consapevole di quegli occhi che le bruciano le carni, la tp finge indifferenza e intavola discorsi generici e assolutamente innocui. Vuol vedere cosa farà lui e come se la caverà. Non è disposta ad aiutarlo più di tanto. Una simile preda deve capitolare senza condizioni. Qualche sorriso lievemente malizioso giusto per non scoraggiarlo e indurlo a sperare pur senza dargli spago più di tanto. Nel bel mezzo di questa danza di sguardi, gesti trattenuti, parole non dette e speranze ancora insoddisfatte, squilla un cellulare: è quello di Fabio. “Pronto…hai finito? All’una? Vabbè quando sei sicura richiama e vengo”.

“E’ un’amica carissima sai – dice alla tp dopo avere chiuso la comunicazione – che ha una cena di lavoro fuori città. Le ho promesso che quando finisce la riporto a casa perché da sola ha paura…solo che non si capisce quando finirà”. Sembra un po’ scocciato da questo impegno che ha preso per pura, dice lui, amicizia. È comunque una bella cosa, pensa fra sé la t.p.

Il tempo dunque stringe e lui si accorge di non avere ancora “portato a casa” un bel niente. Così fa scivolare il discorso sul suo lavoro, fa il massoterapista. I massaggi, per lui, sono pane quotidiano. Quale argomento migliore per dirottare l’attenzione dove vuole lui, e cioè sulle cosce di lei per verificarne la tonicità e l’elasticità? Ma il tocco non è professionale, per nulla, è solo arrapato e ben presto, eccolo riverso su di lei a baciarla e tastarla dappertutto.

La t.p dentro di sé canta vittoria ma per una volta ha sbagliato i suoi conti. Lui dopo avere resistito per un’ora memore del detto “dice la mamma Rocca, si guarda ma non si tocca”, ora che può toccare, perde il controllo. La avviluppa in un abbraccio che definire appassionato è eufemistico, mentre lei si accorge che la temperatura è salita e anche di molto, anzi si avvicina pericolosamente al punto di ebollizione. Insomma, non appena la t.p. poggia la mano sulla patta dei pantaloni di Fabio per tentare l’estrazione di una “faccenda” piuttosto impennata (meno male, non può fare a meno di pensare la t.p.) e non sapendo di preciso come muoversi a causa della scomodità della macchina, scopre che non c’è bisogno più di far nulla, perché lui ha già finito!

Speedy Gonzales ci avrebbe messo più tempo, è l’osservazione che trattiene mordendosi la lingua. E ora? Attimi di speranzosa attesa mentre lui si accascia rilassato sul sedile dell’auto. Drin…il cellulare squilla di nuovo, è quello di Fabio, di nuovo. È l’amica di prima, ha finito la cena e lo aspetta, ma subito però. Cazzo, che tempismo la ragazza!

E così, giocoforza, Fabio si ricompone velocemente, le stampa un bacetto sulle labbra ed esce dalla macchina. Ci sentiamo, le dice. E iooooo????? La t.p. è stupefatta, furibonda, incazzata come una biscia. Accende la macchina, ingrana la prima e con una sgommata del tutto fuori luogo, ma indicativa di uno stato d’animo che non può certo definirsi sereno, prende la via di casa. “Stronzo, egoista”, e nel frattempo inserisce la seconda “pezzo di merda..con me hai chiuso” ora la terza “ma tu guarda questo qua, ma chi si crede di essere!!!!” . Quarta e quinta sono quasi un tutt’uno. Scansa un gattino ignaro, passa col giallo già quasi rosso, suona il clacson ad un pedone che stava formulando dentro di sé l’intenzione di mettere un piede sulle strisce pedonali. Insomma fa a pezzi le più elementari regole di guida, finchè arriva a casa e finalmente si placa.

“ok, è andata male, non potevo prevederlo. Capita anche questo, andrà meglio con Andrea oppure con Fabrizio”.

E con questo pensiero confortante, ha già metabolizzato lo smacco. Fabio è definitivamente liquidato, o così crede in quel momento.

Dopo due giorni di silenzio, ecco arrivare un sms firmato speedy gonzales, lei lo ha ribattezzato così. “Ciao carissima, come stai? Sono stato molto bene con te l’altra sera. Tu? Quando ci rivediamo?”. Ma allora ci sei e pure ci fai, grandissimo eiaculatore precoce che non sei altro!!! La t.p. scaraventerebbe il cellulare contro un muro, se ciò avesse un senso. Ma non ce l’ha un senso, e pertanto risponde con un suo sms: “Poteva andare meglio, come comprenderai bene” e lui a sua volta le risponde “hai ragione…quando possiamo completare?”. Ma perché non muori? È l’unica risposta che le viene in mente, e pertanto non risponde più nulla.

Ancora una volta speedy gonzales o come cavolo si chiama è un problema archiviato. Ma il finale ancora non è stato scritto, perché dopo un’altra settimana, lui la chiama e con fare grazioso le chiede come sta, le dice che l’ha pensata.

“E pure io, esclama lei, ti ho pensato…te ne ho dette di tutti i colori. Ti sei comportato che peggio non si potrebbe. Cosa hai fatto??? Ti pare normale che mi lasci in tredici e te ne esci dalla macchina, friscu e pittinatu, come se nulla fosse e senza una parola di scuse??? Sono abituata a ben altro trattamento da parte di un uomo – il tono della voce è basso ma tagliente – dal quale pretendo cure, attenzioni e sensibilità, non certo di essere manipolata per la strada e mollata tipo prostituta! Con gli elefanti non ci sto!”.

“Ma hai capito perché dovevo andar via, hai sentito tutte le telefonate della mia amica, avevo preso un impegno…ti prego scusami, mi farò perdonare, so come farmi perdonare, hai ragione sono stato uno stronzo, ma voglio rivederti..dai!!!”

Lei sente la sua voce, ripensa ai suoi occhi, rivede le sue mani, le braccia, la bocca….ormai lo sappiamo, la t.p. ha il cuore tenero, e poi non resiste alle tentazioni, quella di averlo davvero e finalmente quel pezzo di maschio che le faceva girare la testa. Bene, pensa, uso per uso…stavolta ti uso io…

Domani sera hanno un appuntamento, lui la aspetta a casa sua.
Il finale è ancora da scrivere.

Posted in Racconti 2009, Satira, Sesso racconti.

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