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Legalità e illegalità

Capita sempre più spesso che ci siano persone attonite, parecchio basite, per non dire completamente sconvolte da quello che ci accade attorno.

Il commento più frequente che si sente fare è: “ma questo non è legale”, “questo è illegale”.

Ci sono periodi della vita in cui qualcuno vi avrà detto che bisogna essere legalitari, che la scelta migliore da fare è la legalità. Mentre vi dicevano questo vi facevano credere che la legge fosse cosa neutra, pagine e pagine composte in autoscrittura per un processo di regolamentazione della vita umana assolutamente naturale. Così non è.

Nel nostro sistema le leggi le fa chi sta in parlamento. Più spesso le fa chi è al governo e gode di una maggioranza in parlamento. Basta blindare le proposte con la fiducia e le leggi vengono fuori così come la maggioranza le ha volute, senza la minima discussione e il minimo cambiamento.

Essere legalitari di questi tempi assume lo stesso significato che assumeva ai tempi del fascismo. Ogni forma di disobbedienza e resistenza civile, anche non violenta, forse semplicemente pensata o scritta e detta, viene giudicata un crimine. I reati vengono stabiliti per legge e la legge la fa il governo.

Tutti noi viviamo secondo un codice “legale”. Il codice “legale” normalmente dovrebbe essere realizzato seguendo le indicazioni di un codice non scritto che si compone di una parte etica e di una morale. Anche in questo caso prevale chi ha più potere. La morale della chiesa prevarrà sulla mia, sulla tua, sulla nostra, sulla vostra.

In ogni caso il punto è questa distinzione tra ciò che è legale e ciò che è illegale.

Per esempio: la ragazzina disabile costretta a rinunciare alla gita perchè la ministra ha tagliato i posti delle insegnanti di sostegno e ha tolto soldi alle scuole pubbliche è un fatto increscioso che però avviene nella legalità. La raccolta di soldini da devolvere cristianamente nella sua direzione per compiere un ipocrita atto di bontà a fronte di un quadro legislativo che si distingue per crudeltà non fa che delegare ai singoli quanto dovrebbe essere di responsabilità dello stato. La solidarietà privatizzata, tipica delle società capitalistiche, come già avviene in america, in cui si dà spazio a tanta retorica sui gesti buoni mentre i governi favoriscono solo lobbies e macro imprese ai danni della povera gente, è una involuzione sociale oggi anche “legale”.

Altro esempio: se un sindaco vi riempie di ordinanze e regolamenti, come quella a proposito dei parcheggi riservati solo alle coppie regolarmente sposate e italiane (escluse le coppie di fatto e gli stranieri), lo fa in virtù dei vari pacchetti sicurezza che in più fasi hanno attribuito maggiori poteri ai sindaci in fatto di ordine pubblico conferendo persino il potere di armare la polizia municipale.

Ripassiamo: nel primo e nel secondo esempio siamo di fronte ad atti “legali” sebbene molto ma molto immorali.

La censura in rete, una volta approvato un qualunque codice di controllo della rete, sarà assolutamente “legale”. Al di sopra dei termini “giusto” o “sbagliato”. Sarà “legale” dove la “legalità” non è parametro di giustezza morale e umana.

Fare morire stranieri e straniere nel mediterraneo, rinchiuderli dentro lager, condannarli al carcere perchè stranieri, impedire loro che vivano con dignità, è assolutamente “legale” perchè la legge oggi dice che tutto ciò è possibile.

Ospitare un amico straniero senza permesso di soggiorno che tenta solo di trovare uno spazio per se’ nel mondo è “illegale” anche se quell’amico non ha ammazzato nessuno, non ha fatto nulla di “immorale”. Non ha fatto niente di niente se non prendersi il diritto di esistere.

Picchiare i manifestanti nelle piazze è “legale” perchè le leggi sono fatte per reprimere il dissenso. Sequestrare manifesti, striscioni e volantini a chi tenta di esprimere una idea è “legale” perchè la legge stabilisce che tutto ciò è possibile.

Nel periodo di Mussolini era “illegale” essere “ebreo”, “omosessuale”, “rom”, “comunista”, “anarchico”, eccetera eccetera. Era “illegale” scrivere contenuti critici contro il governo. Era “illegale” chiunque decidesse di sottrarre stranieri, partigiani e soggetti vari al cappio della punizione, del carcere, del confino, della tortura.

Allora era illegale e oggi in un esercizio di retorica ipocrita celebriamo chi ha fatto scelte “illegali” come fossero – e lo sono stati – eroi.

Oggi chi osa fare la stessa cosa, come avveniva allora, viene chiamato “istigatore alla violenza”, “terrorista”, “illegale”, per l’appunto, dove a questo punto è chiaro chi decide cosa sia legale e chi no. Dove deve essere chiaro che “legalità” non è sinonimo di giustezza morale.

Il fascismo del tempo di Mussolini si componeva di tanto legalitarismo, tanta legalità e obbedienza civile. Il fascismo decideva e i cittadini erano talmente obbedienti che diventavano persino delatori. Denunciavano le “illegalità” commesse dai vicini di casa, ebrei, partigiani eccetera.

Per andare in direzioni che ci sono ancora più care: si può prevaricare una donna/persona, schiavizzarla, destinarla a lavori di cura, allontanarla dai luoghi di lavoro, renderle la vita impossibile perchè è “legale”. Tutto ciò che è progresso non lo vedrete mai scritto nero su bianco in una legge. Dovranno passare decenni, forse persino secoli perchè un parlamento di un governo statico, conservatore, fascista recepisca l’esigenza di progresso espressa da tanta gente. Parliamo delle leggi che riguardano il corpo, la sessualità, la libera scelta, l’identità di genere, la libertà di essere chi vuoi e con chi vuoi (pensate al tempo in cui era illegale, e non è detto che non torni ad essere così, praticare l’interruzione di gravidanza). Parliamo delle leggi che rendono difficile ad una donna straniera di rivolgersi ad una struttura sanitaria per non morire di aborto clandestino.

A decidere se le cose scritte qui, ora, sono legali o illegali saranno quelli che stanno al governo. E se decidessero che si tratta di contenuti illegali potrei obiettare, disobbedire, o no?

A decidere se domani potremo amare una persona di un sesso non nella norma, di una etnia non nella norma saranno quelli che stanno al governo. Potreste mai smettere di amare qualcuno se il governo giudicasse il vostro amore “illegale”? Si può smettere di pensare e respirare perchè qualcuno ti dice che è “illegale”?

Posted in Antiautoritarismo, Scritti 2009.